Chiamata alle arti contro le armi, di ieri, di oggi, di domani (ma speriamo di no). Parte da Venezia l’azione del collettivo NoWeapon.world che ha raccolto le opere di una quarantina di artisti internazionali e ha tappezzato i muri della città.
Un grido muto, colorato, di forte impatto visivo, talvolta scioccante, fatto di bombe, fucili d’assalto, missili, coltelli e l’arsenale di morte mai così attuale come in questo momento storico.
Per la sua prima mostra di manifesti d’artista in Italia, presentata nella sede di Emergency alla Giudecca, NoWeapon.world ha scelto la laguna e le sue calli, i sottoportici, le fondamenta, sbarcando con colla e poster in ogni sestiere, dove all’improvviso spuntano pistole, nature morte con vino rosso e Kalashnikov, superfici crivellate di colpi.
Il progetto mostra senza cerimonie l’orrore di chi semina distruzione, miete vittime, per sensibilizzare l’opinione pubblica sul vertiginoso commercio di armi.
La chiamata alle arti di NoWeapon.world, il cui logo è un missile accanto a una lavatrice, entrambi vendutissimi, ha coinvolto anche l’artista Marilena Vita con la performance site specific Alice’s War.
Quindici minuti irripetibili in cui Alice, a nome di tutte le donne sottoposte a violenze durante i conflitti, si trasforma diventando piccola o grande all’occasione, adattandosi come può a un mondo capovolto.
La mostra, aperta e dinamica, soggetta alle intemperie, solo per passanti con l’occhio vigile, si arricchirà nel tempo di nuove opere. Le prossime tappe saranno Genova e Amsterdam.
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