Com’è vuota Venezia

Meno degli abitanti di Battipaglia (50.464), poco più di quelli di Campobasso (48.747), a filo con la popolazione di Chioggia (49.735). La laguna sprofonda sotto i 50 mila residenti: un altro se n’è andato, nessuno sa chi sia, e tanto meglio perché è lui, o lei, giovane o vecchio che sia, a trascinare la città ai minimi termini.

Venezia muore, lentamente, crudelmente, calle dopo calle, casa dopo casa, dai cui campanelli sono spariti i cognomi di chi le abitava a beneficio delle locazioni turistiche. Oltre 48 mila i posti letto destinati ai foresti, quasi uno per ciascun veneziano; circa mille i residenti persi ogni anno, mediamente tre al giorno, registrati da conta-veneziani della farmacia Morelli, in campo San Bartolomeo, che lampeggia numeri da brividi di solitudine.

Erano 174.808 nel 1951, 108.426 nel 1971; vent’anni dopo gli abitanti scesero a 78.165, come i tifosi dello stadio di San Siro; nel 2001 ancora giù a 66.386, meno del pubblico del Jova Beach Party. Per i 59.999 superstiti, tredici anni fa, venessia.com organizzò il funerale della città, con la gondola listata a lutto. Sembrava la fine, era appena l’inizio.

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  1. Com’è vuota e com’è triste per ì residenti…
    Potrei inveire dicendo che la nostra oikos, la nostra casa ,famiglia,comunità che dir si voglia e’ in preda ad un Mostro,chiamato Profitto,che genera una progenie assetata di volgare guadagno. Le locazioni ricettive pullulano,olezzano di abuso,rendono questo patrimonio del mondo un luogo di mercimonio.
    Troppo semplicistico, troppo ipocrita da sostenere.
    Est modus in rebus e quindi non si può sparare a zero su tutto e tutti.
    Se si tolgono i limiti di velocità, ancor più si correrà,se si tolgono i limiti alla gestione sensata delle risorse turistiche ,eccoci nella Babele in cui ci troviamo.
    Non si tratta di riservare solo a pochi eletti una bellezza unica ,ma è innegabile che questo turismo si sta autodistruggendo perché indegno di questa accezione.
    Nessun classiamo, ma rispetto.
    I residenti se ne vanno per affittare remunerativamente i loro alloggi per cupidigia si ,ma anche perché non si fidano ,non si sentono tutelati da leggi e balzelli sfavorevoli .
    Non ci sarà da fare un mea culpa collettivo?
    Ricordiamoci che ad ogni trasformazione ,prima che degeneri esiste una regolamentazione , una soluzione con fondamenti civili prima di arrivare ad estremi rimedi.
    Chi ci rappresenta ci pensi ora è subito ad arginare la quantità a discapito della qualità.
    Noi non profetizziamo il declino demandando ai posteri la sentenza, facciamo la nostra piccola parte ,se possibile.
    Venezia lo merita.

  2. Grazie ,come sempre a Manuela che riesce a colpire nel segno le problematiche che ci toccano da vicino con un impeccabile, fresco stile che non annoia il lettore

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