Pochi centimetri per passare, entrare, salire. Piccoli angoli di Venezia che quasi scompaiono, si nascondono allo sguardo, in formato extra small, come se la città si fosse improvvisamente ristretta.
Sembrano scherzi urbanistici o architettonici, trovarli è talvolta un’impresa, perché poco segnalati, lontani dal centro o, al contrario, instagrammatissimi perché irresistibili. Una mini Venezia dalla maxi bellezza.
La calle più stretta

Calle Varisco è larga soltanto 53 centimetri ed è di diritto la calle più stretta della città. Un budello senza uscita, vicino a campo Widmann, a Cannaregio, quasi un passaggio segreto tra i muri di mattoni, il cui ingresso è indicato da una colonna dorica e la cui fine termina in un canale.
Nella calle si passa uno per volta, la precedenza è obbligatoria; già i sacchetti della spesa sono un problema. Sconsigliata per trolley e carrelli.
Il sotoportego più basso

E’ di appena 165 centimetri il sotoportego Zurlin, in campo Ruga a Castello, il più basso della città e il più fotografato, al punto che i residenti, stanchi del viavai di turisti, hanno affisso un cartello per invitare alla tranquillità e al silenzio.
Il luogo, oltre alla suggestione, porta in dote anche la leggenda secondo la quale, in una notte di pioggia del 1929, un medico fu chiamato dalla figlia di una donna malata che abitava nella corte in fondo al sotoportego. Invece della ragazza in carne e ossa, tuttavia, si trattava del fantasma della giovane, morta da un mese. Sconsigliato a chi teme gli spiriti.

E’ invece il più basso rispetto al livello del mare il sotoportego Tramontin o Basadonna, accanto al ponte dei Bareteri, nelle Mercerie. La pavimentazione è spesso invasa dall’acqua alta al punto che, per consentire ai residenti della corte di passare, è stato gettato un gradino di cemento che ha ridotto l’altezza ad appena un metro e mezzo.

La porta più piccola

Ignoriamo chi abiti al civico 2870 di Corte Nova, a Castello (anche nella foto d’apertura). Sicuramente l’inquilino è costretto a fare ginnastica tutti i giorni per passare sotto la porta alta appena 172 centimetri, 30-40 in meno rispetto alla media degli ingressi sulla strada.
Forse era la soglia di un magazzino poi convertito in abitazione (ci sono maniglia e buca delle lettere), ora coperta di scritte. Confrontata con la porta a fianco, mostra le sue dimensioni lillipuziane. Sconsigliata a chi soffre di mal di schiena.
Il ponte più basso

E’ un ponte, anche se non è percepibile come tale perché non ha gradini.
Il ponte dei Meloni, tra campo Sant’Aponal e campo San Polo, è sicuramente il più basso della città. Le fondamenta mostrano che si tratta di un ponte sul rio dei Meloni, un tempo più alto, successivamente abbassato per facilitare il passaggio pedonale. Con l’acqua alta lo spazio si riduce e l’arco risulta invisibile.
La chiesa più piccola

Nove passi di larghezza, venti di lunghezza: queste le disposizioni dei procuratori per l’edificazione della chiesa di San Gallo, come oratorio dell’Ospizio Orseolo, dietro Piazza San Marco.
Costruita nel 1581 e ampliata, presumibilmente di pochissimo, nel 1703, è considerata la chiesa più piccola di Venezia: la facciata è quasi interamente occupata dal portale e dalle due finestre laterali; all’interno si fanno compagnia tre altari. Molto richiesta per ospitare mostre, biennalesche e non.
Il campanile più basso

Seminascosto tra le case insieme all’omonima chiesa, il campanile di Santa Sofia, in Strada Nova a Cannaregio, è poco più di venti metri, l’altezza di un palazzo di cinque piani.
La torre sbuca sopra i tetti delle case come l’opera di un architetto confuso. In realtà, pur amatissima da Benedetto Marcello, la chiesa fu costretta ad arretrare nel corso dell’Ottocento, quando venne creata la Strada Nova che si prese il meglio allungandosi e allargandosi a piacimento. Forse per problemi di stabilità, anche il campanile fu ampiamente ridimensionato.
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