Bloody carpet

Sangue a fiotti sul red carpet di “Bones and All”, horror sentimentale di Luca Guadagnino (in Concorso) sbarcato alla 79. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia con una storia di cannibali nell’America degli anni Ottanta. Protagonisti i giovani e talentuosi Timothée Chalamet e Taylor Russell nei cenci di due ragazzi alla deriva che tutto vorrebbero fuorché ingozzarsi di carne umana, ma questo è il loro destino e quando c’è fame c’è fame.

Consigliato a stomaci forti, il film è un viaggio disperato e pieno d’amore alla ricerca di un’altra esistenza, impossibile da trovare poiché, per ogni pasto completo, c’è una vita da sacrificare, fino allo spolpamento delle povere ossa, quelle del titolo.

Rosso emoglobina per la tuta di Chalamet, atteso come una volta Brad Pitt, cioè con accampamento notturno davanti al Palazzo del Cinema e grida da macello. Chiazze ematiche (finte) sulla camicia di Guadagnino. Taylor Russell sceglie invece un abito verde con guanti bianchi, così fa tricolore e rasserena i vegani.

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  1. Premetto,il film non l’ho visto, non sono una critica e quindi vado a sensazioni, pensando un po’ alla vena che mi pare animi il regista nelle sue opere.
    Sarà senza dubbio un film cruento nelle immagini ,come si dice, ma al netto dell’orrore che scuote anima e stomaco, ci sarà probabilmente lo sforzo di immergere lo spettatore in una delle infinite metafore della vita.
    Gli antichi poeti e scrittori ci hanno tramandato l’idea di amore e morte, l’idea dell’amore estremo che anela a fondersi con l’altro, una famelico istinto verso la persona amata, come fosse una sostanza stupefacente e quindi non lontano dalla metafora del cannibalismo.
    Manuela inutile complimentarsi con te , ogni tuo articolo è piacevole perché attraverso il dono della sintesi non banale si ha la soddisfazione ,a mio personale sentire , di aver saputo ciò che volevamo sapere , come se tu per prima lo intuissi.

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