Carnevale Ballo del Doge

Ballo di Carnevale fino all’Alba

Il Doge balla, e non solo lui, alla Scuola Grande della Misericordia trasportata in un altro secolo, in un altro mondo, dove tutto è possibile, anche vedere i Pulcinella di Tiepolo scendere dagli affreschi di Ca’ Rezzonico e prendere vita, così, con il cappello a pan di zucchero, dondolandosi in altalena.

Difficile mettere limiti alla fantasia di Antonia Sautter che, in un Carnevale un po’ più stanco, sempre meno veneziano, sotto la pioggia, lambito dall’acqua alta, rinnova il Ballo del Doge arrivato alla XXXI edizione, intitolato “Carnival Obsession” e caduto carinamente nel giorno del compleanno della costumista.

Gli ospiti

Cinquecento gli ospiti, tra cui l’attrice Violante Placido, la stilista Elisabetta Franchi e Alba Parietti, che per la prima volta in 32 anni non è al festival di Sanremo e arriva tutta un sorriso, senza mascherina, senza piume, con un costume bianco che fatica a passare per la scalinata, insieme al fidanzato Fabio Adami.

Gli stranieri ne vanno pazzi; i più affezionati prenotano il Ballo da un anno all’altro, a settembre sono già pronti per la prova dei costumi cuciti da decine di sarte e poi consegnati alle mani svelte delle vestieriste.

Biglietti a 5mila euro

Certo, costicchia. Cinquemila euro per un biglietto “supreme”, tra i 1.500 ai 3.500 per i posti qualche fila più indietro (sold out da settimane), 800 euro per l’after dinner, però fino alle 3 del mattino.

Balla, il Doge, tra acrobati, contorsionisti, funamboli, attori, cantanti, trionfi di fiori, in una marea montante di sottogonne, crinoline, gabbie, panier, parrucche, corsetti, maniche a sbuffo, scarpini con la fibbia, cipria, nei posticci.

Oltre un centinaio gli artisti alla Misericordia, altrettante le persone dello staff tra truccatori, fioristi, parrucchieri, artigiani, montatori, tecnici del suono, delle luci, degli effetti speciali.

Tutto in una notte, l’effimero della bellezza, una goduria per gli occhi e per la gola. Il catering è di La Dogaressa, i dolci di Renato Ardovino che non è un pasticcere, bensì un cake designer; anche la torta è uno spettacolo, una scultura servita su piatti d’oro che sparisce in un baleno.

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  1. Diciamo che sono piena di ossessioni e questa della Festa mi manca.
    Per ora solo il profumo con lo stesso sostantivo posso permettermelo, il catering è proprio sotto casa mia e le sale poco distanti.
    L’invidia esiste e se non fossi diventata più vecchia e poco mondana la sentirei…
    Essendo pure un tantino megalomane non mi accontenterei della soluzione after dinner naturalmente e vorrei un costume competitivo, sfarzoso.
    Sogni, sogni quasi proibiti che Manuela ci racconta dal suo e con il suo obiettivo. Sembra facile…ma ci vuole parafrasando una vecchia canzone orecchio e buon occhio.
    Intanto faccio colletta perché quando dicono addirittura che è una delle 10 cose da provare nella vita beh come vecchia bambina viziata, la vorrei.

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