Salone Nautico Venezia

Salone Nautico verso il largo

A motore, a vela, a energia solare, a idrogeno; silenziose, sostenibili, pronte per qualsiasi traversata, con la piscina idromassaggio sul pozzetto, casomai il mare fosse freddino, o con il tavolo da riunione che diventa letto, casomai all’ultimo momento si cambiasse idea.

Il Salone Nautico – quinta edizione, fino a domenica 2 giugno, organizzato da Vela spa – porta in Arsenale 270 aziende e 300 imbarcazioni, di cui 240 in acqua che, messe in fila, fanno 2,8 chilometri di lunghezza, uno in meno del ponte della Libertà, ormeggiate agli oltre 1.100 metri di pontili, su un bacino di 50 mila metri quadrati.

I numeri rendono per difetto questa naumachia del lusso nella quale ciascuno porta il meglio del proprio cantiere. Ferretti Group propone a marchio Custom Line la nuova Navetta 38, ammiraglia tra le barche a motore, 38,7 metri di lunghezza, sun deck di 70 metri quadrati, quasi una villa sull’acqua in cui, volendo, ospiti ed equipaggio non s’incontrano mai; Azimut Benetti risponde con Seadeck 6, tecnologico, gentile, in carbonio e sughero; Sanlorenzo ormeggia SD 96 i cui interni sono firmati da Patricia Urquiola; Silent Yachts mostra il 62 2-Deck alimentato a energia solare, con emissioni e vibrazioni prossime allo zero: si naviga e pare di essere ancora fermi in porto.

Riva, del Gruppo Ferretti, arriva con El-Iseo, primo motoscafo Riva full electric, perfetto anche per il prossimo film di 007; Wider Yachts sbarca con WiderCat 92, 28 metri e beach club di 67 metri quadrati; Frattin Yachting porta Evo sotto la Torre di Porta Nuova; De Antonio rallegra gli ambientalisti con E23, catamarano elettrico al 100 per 100; e insomma è tutta una gara di lunghezza, larghezza, magnificenza e politicamente corretto, come il guscio in plastica trasparente riciclata di Verga 1958: 2,49 metri di lunghezza, 33 chilogrammi di peso, 1.205 euro il costo (remi inclusi).

Inaugurazione con il Coro del Teatro La Fenice, il saluto tricolore dell’elicottero MH101, il lancio degli incursori della Marina Militare, dritti come fusi nel bacino dell’Arsenale. Taglio del nastro con il sindaco Luigi Brugnaro, il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani, il presidente del Veneto Luca Zaia e una folla di ospiti che forse rimpiange di aver lasciato a casa il cappello da sole.

Poi tutti a curiosare, tra i pontili e le Tese tra un’infinità di eventi, convegni, prove d’acqua, talk show, mostre, come Muve Yacht Projects 2024, alla Tesa 99, realizzata da Fondazione Musei Civici e coordinata da Carlo Nuvolari che porta in Arsenale i migliori progetti di navigazione sostenibile provenienti da tre Università italiane: scafi in fibra di lino e vele riciclate per lupi di mare molto green.

Leggi anche
Riva, 180 anni da film

Sfoglia la gallery

Visual Portfolio, Posts & Image Gallery for WordPress


 

  1. Manu hai capito tutto e non vuoi farmi soffrire o morire di invidia.
    Hai fotografato anche un tender meraviglioso e trasparente che posso permettermi.
    Auguri per Carmine… nella vita bisogna sempre puntare in alto, non si sa mai, potrebbe trovare una donna con una barca… di soldi.

  2. a Venezia si diceva
    “Barca xè casa!”
    La barca era, se non la vera casa, il luogo in cui si viveva la quotidianità. sia del lavoro che del sollazzo. Era necessario che avesse una buona versatilità negli usi diversi, che fosse solida e che tenesse bene l’acqua , che navigasse senza far onde e senza temerle. Anche nei periodi di maggior crisi economica, quando non avevano pezze per rattoppare le braghe, i veneziani hanno sempre avuto barche meravigliose, con linee eleganti, spesso sensuali, mai banali, sempre idrodinamiche e di non facile costruzione con legni piegati col fuoco. Nessun lusso (dopo la famosa legge che aveva costretto le famiglie più ricche a contenere gli sfarzi), nessun luccicore, neppur quelle della Real Casa furono mai strafottenti.
    Sono contento che qualcuno si sia dedicato alla ricerca di nuovi scafi, materiali e motorizzazioni. Non ne conosco l’esito ma non capisco perchè se ne sia fatto carico la Fondazione Musei Civici

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *